CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Reggio Emilia

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CiSI Racconta: la storia del Real Reggiano

La società cittadina oggi vanta la bellezza di 4 squadre di calcio a 7 e 2 di calcio a 5

Il Real Reggiano è una creatura di Luca Manghi, una persona splendida e un presidente generoso, che ha sempre cercato di mettere davanti al proprio piacere personale il bene dei ragazzi, la possibilità di consentire loro di divertirsi e di stare bene assieme in un ambiente sano, facendo non pochi sacrifici, anche economici, per tenere in piedi tutto questo. E’ partito da una squadra di amatori, poi di pallavolo, per arrivare alla Terza categoria, ma dopo essere rimasto deluso dall’ambiente legato alla squadra Figc, ha deciso di tornare nello sport finalizzato al puro divertimento e alla socialità, tant’è che ora la società del presidente Luca Manghi annovera ben 4 squadre di calcio a 7 e due di calcio a 5, tutti rigorosamente iscritte ai vari campinati Csi, ormai una “seconda casa” a livello sportivo, oltre ad avere tanti tesserati iscritti alla palestra Fit Village, tutti sotto l’egida del Real Reggiano.
 
Luca, come sta vivendo la tua società un momento come questo, quindi con un primo lockdown, una speranza che è durate alcuni mesi e ora un nuovo stop dell'attività sportiva?
“Il primo lockdown è stato veramente un massacro. Praticamente siamo stati completamente fermi con tutta l'attività agonistiche per anno e più. E’ ripartita solo l’attività motoria non agonistica che facciamo in collaborazione con il Fit Village ma il campo e la competizione sono un altra cosa. 
E’ stata dura, questo maledetto virus ci ha privato della nostra valvola di sfogo preferita e ripartire non è stato facile ma non volevamo darla vinta al “maledetto”. Abbiamo partecipato a tutte le varie riunioni on-line ma onestamente si capiva che la situazione non era di rapida soluzione. Poi appena ci sono state le condizioni non abbiamo esitato e nel rispetto di tutti i protocolli siamo ripartiti. Prima della pandemia ammetto personalmente di avere pensato di smettere con il calcio giocato per vari motivi sia personali che societari ma la lunga astinenza mi ha fatto tornare la voglia di ricominciare. Ricordo ancora la grande emozione ad Aprile 2021 dei primi allenamenti e della prima partita a S.Prospero Correggio. Poi a Settembre l’intera attività è ripartita grazie alla vaccinazione di massa. Purtroppo l’arrivo di questa nuova variante ha bloccato di nuovo l’attività ma credo che questa volta ripartiremo più velocemente perchè conosciamo meglio il nostro “nemico” e sappiamo come combatterlo. Una cosa è certa: vinceremo noi!”. 
 
Nel Real Reggiano una situazione del genere ha acuito il fenomeno dell'abbandono dell'attività sportiva oppure i numeri di coloro che lasciano sono i medesimi di quando si viveva la stagione regolare?
“Come detto io stesso avevo pensato di smettere con il calcio giocato ma poi la lunga astinenza mi ha fatto tornare la voglia. Questa cosa però è molto personale. La nostra società non fa settore giovanile e la fascia d’età dei nostri tesserati va dai 18 fino ai 50 anni. I più giovani non hanno avuto particolari problemi a ripartire, altri invece sia per problemi personali che famigliari non se la sono sentita. Ad esempio abbiamo dovuto chiudere la gloriosa squadra di calcio a 11 ATLETICO PGS per poi ripresentarla nel calcio a 7 perchè non c’erano più i numeri sufficienti per allestire la squadra. Inoltre a livello economico sono mancate molte risorse e diversi sponsor non sono riusciti a mantenere o confermare l’impegno. Quindi in conclusione il tasso di abbandono è stato sicuramente più alto rispetto ad una normale stagione”. 
 
Il calcio a sette maschile è il vostro fiore all'occhiello, ma avevate anche una Terza categoria Figc e il volley. Oggi quante squadre avete?
“Si abbiamo avuto una gloriosa parentesi durata 5 anni nel calcio di categoria finita con i play off mancati all’ultima giornata e la vittoria della coppa disciplina di categoria. Purtroppo per motivi personali ma soprattutto per motivi economici la scelta di chiudere quell’esperienza è stata inevitabile. Ma il Real Reggiano va avanti. Ora siamo affiliati solo al Csi di Reggio Emilia ed abbiamo 4 squadre per il calcio a 7 (Real Reggiano, Atletico Pgs, Delite, Victor Canali) e 2 per il calcio a 5 (Viscid Team 2003 e Sporting Gavassa). Inoltre abbiamo da anni una accordo con il Fit Village di Reggio Emilia per l’attività motoria non agonistica finalizzata al benessere e fitness. Alcuni dicono che il Real Reggiano ha chiuso.
In realtà abbiamo ad oggi 141 tesserati”.
 
Come stanno vivendo i ragazzi questo momento di stop? E voi dirigenti? C'è voglia, da parte di tutti, di ricominciare il prima possibile?
“Certo la voglia di ripartire è tanta. Stiamo organizzando qualche sessione di allenamento per farci trovare pronti. Pensiamo che nel giro di un mese l’attività possa ripartire. A livello dirigenziale siamo in continuo contatto per capire chi purtroppo in questa sosta ha preso il covid per poi organizzare la visita del Return to play necessaria per riprendere l’attività”. 
 
A livello societario, state facendo qualcosa, qualche attività magari ludica, a distanza o comunque in sicurezza, per mantenere uniti i gruppi e tenere vivo l'interesse sul progetto sportivo?
“Come detto il nostro target è di persone adulte e la maggior parte ha famiglia. Quindi non hanno particolare bisogno di riempirsi la giornata. Stiamo valutando la situazione squadra per squadra ed in attesa di qualche data certa per la ripartenza”.
 
Che rapporto avete col Centro Sportivo? Credi che il Csi stia facendo abbastanza per tenere vivo l'interesse nei ragazzi per le attività sportive?
“I rapporti con il CSI sono ottimi. Apprezziamo tantissimo la grande organizzazione ed il grande impegno per fornire la migliore assistenza possibile a risolvere le varie problematiche soprattutto in questi momenti di sosta”.
 
In tempi non di pandemia, raccontaci un po' come può essere uno spaccato di vita quotidiana di una società sportiva come il Real Reggiano?
“La nostra società è strutturata con un consiglio direttivo formato dal sottoscritto come presidente e coordinatore dell’attività agonistica, dal vice presidente Luca Pelati, dalla consigliera segretaria Sophie Iori che si occupa di tutte le pratiche burocratiche e di tesseramento e dai consiglieri Andrea Pighini e Matteo Gabbi. Ognuno ha le sue competenze. Ci riuniamo periodicamente per fare il punto della situazione e pianificare. Poi ogni squadra ha il suo dirigente responsabile che si interfaccia con me per l’organizzazione dell’attività sportiva agonistica. La filosofia societaria è molto semplice. Massima libertà ma nel rispetto di precise regole stabilite dal consiglio direttivo”. 
 
Ci sta creando problemi il "return to play" e i relativi tempi di attesa? Credi siano misure eccessive? E le visite mediche? Tanti atleti, in molte società, da inizio stagione devono ancora farla. Voi come siete messi in questo senso?
“Sicuramente il “return to play” sarà una criticità molto pesante da gestire ma necessaria. Sarà l’argomento principale del prossimo consiglio direttivo. Come detto da noi ci sono semplici regole che tutti devono rispettare ed una di questa è la visita medica. Senza  visita medica non si fa neanche allenamento e la segretaria non tessera in assenza del certificato medico agonistico. Abbiamo una convenzione presso il 3C salute ed i ragazzi sanno che senza visita non si gioca. Inoltre abbiamo uno scadenzario con tutte le date di scadenza. In prossimità della scadenza il dirigente responsabile sollecita il tesserato per prendere appuntamento al 3c o dove vuole. Se alla scadenza non arriva il nuovo certificato, il dirigente ferma il tesserato”. 
 
Credi che il governo e le istituzioni stiano facendo abbastanza per sostenere il mondo sportivo in questo momento? Se potessi farlo, cosa chiederesti a chi ci governa per aiutare un movimento che sta vivendo gravi difficoltà?
“Gestire una situazione del genere non è facile e sinceramente sorrido quando vedo tanti “leoni da tastiera” pontificare soluzioni su soluzioni senza avere una minima idea di cosa sia la gestione di una pandemia o di una società sportiva. Non esistono cifre che possano fare recuperare quello che la pandemia ci ha tolto in questi due anni. Al governo chiedo solo chiarezza. Regole semplici e sopratutto fatte da chi ha una minima cognizione di cosa sia il mondo sportivo dilettantistico. Nel precedente governo abbiamo avuto un sottosegretario con delega allo sport che ha dichiaro palesemente di non conoscere il mondo sportivo e la riforma dello sport che ha proposto ne è la prova. Non a caso è stata rinviata. Ecco, abbiamo bisogno di gente che sappia come funziona lo sport di base e dilettantistico, poi tutto il resto è una conseguenza”. 
 
Qual è il tuo desiderio più grande per i tuoi ragazzi?
“Smettere di parlare di protocolli, igenizzanti, mascherine, contagi, virus e via di seguito. Desideriamo tornare a parlare 
di positivo o negativo solo per un risultato sportivo. Desideriamo tornare a vivere come facevamo prima di questa pandemia facendo quello che ci rende vivi e felici. Lo sport è vita”.