CSI - Centro Sportivo Italiano - Comitato di Reggio Emilia

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Esiste ancora lo sport?

Il Csi incontra dirigenti, tecnici, arbitri e allenatori

Lunedì sera, nella sala antistante al teatro Regiò di via Agosti 6, il Centro Sportivo di Reggio Emilia, col presidente Alessandro Munarini e il responsabile della formazione Samuele Adani, ha incontrato alcuni dirigenti, allenatori, arbitri e atleti allo scopo di illustrare il nuovo progetto formativo, introducendo come argomento di riflessione il tema “Esiste ancora lo sport”, una domanda in apparenza retorica, ma estremamente profonda, come ha spiegato il relatore principale della serata, don Carlo Pagliari, consulente ecclesiastico del Csi provinciale, che ha sottolineato quanto sia fondamentale mettere la persona al centro, prima di vivere gli aspetti tecnici, agonistici, prestativi ed economici.
“Il Csi quest’anno sta lanciando nuove iniziative, nuove discipline, confermando numeri da record in ogni attività - ha spiegato don Pagliari - Oggi viviamo lo sport con “pancia piena e divertimento” perché lo sport è diventato un grande show e i ragazzini sono presi dall’aspirazione di diventare come Ronaldo solo perché prende più soldi degli altri. Oggi non siamo più capaci di indignarci e se lo facciamo accade per qualche minuto, poi ci “massifichiamo”, trasformando tutto in un oggetto usa e getta all’interno di una cultura consumistica che valuta tutto come qualcosa da misurare, da toccare e da valutare in termini economici. E’ la cultura dello scarto, ma così l’uomo non viene messo al centro e così si fa anche nelle società sportive”.
Nel documento di formazione distribuito lunedì sera, si parla di “Noi, Csi”, ossia del cercare di capire e di vivere “la persona” prima ancora dell’atleta. “Nel nostro tempo siamo disordinatissimi dentro di noi, siamo completamente fuori asse - aggiunge don Pagliari - Anche a livello scolastico i genitori chiedono cose assurde e nelle società sportive, invece di insegnare i valori dello sport, il sacrifico, l’abnegazione, gli stessi genitori chiedono all’allenatore perché il figlio gioca poco”. A tal proposito, il Csi, parallelamente ai corsi di formazione per allenatori, arbitri, dirigenti e anche sacerdoti vicini alle società sportive, si mette a disposizione delle società del territorio per organizzare percorsi formativi presso le loro stesse sedi attraverso il progetto “Giocare in casa, formazione on demand”; saranno le stesse società, quindi, a mettere in evidenza al Csi le loro esigenze, per poi organizzare un percorso di crescita con gli esperti della formazione del Comitato provinciale. I temi di riflessione inizialmente proposti in un percorso fissato in due anni, dal 2018 al 2020, sono alcuni relazionali e altri sportivi. Quelli relazionali sono: “Vorrei, ma non posto”, per imparare a usare in modo maturo le nuove tecnologie; “Io + voi = squadra”; “Genitori a bordo campo”, quando fare il tifo e qualcosa di più; “Io sono il mio corpo?”, dialogo con lo psicologo sulla relazione con se stessi; “L’allenatore, educatore cristiano: troppi ruoli per una persona?”; “Le preposizioni semplici dell’allenatore”, per ragionare assieme sui valori che devono sostenere chi opera all’interno delle nostre società. A livello sportivo, invece, i temi sono: “Quando perdi, non perdere la lezione”, come accogliere, imparare e superare il fallimento; “Non gioco più”, la gestione dell’abbandono sportivo e come prevenirlo; “Giocare con e non giocare contro”, a scuola di terzo tempo; “Il bambino e lo sport” e “Le regole”, limiti o ancora di salvezza? A fine stagione, il 20 maggio 2019, si chiuderà l’anno sportivo con il meeting sul tema “Lo sporti che vince”, riflessioni sulla stagione che sarà appena conclusa, al termine della quale sarà importante capire quanto sia stato messo al centro la persona rispetto a tutto il resto. Dulcis in fundo, don Pagliari ha preso a prestito una frase da “Il Signore degli Anelli”, per sottolineare che, malgrado le difficoltà del tempo che stiamo vivendo, vale la frase  “C’è ancora tanto di buono in questo mondo” e “ ...il Csi dev’essere l’ancora per tirare fuori il buono che c’è in ognuno di noi, attraverso lo sport”.

Ufficio Stampa CSI

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